Vinile: serve una svolta green?

Una fabbrica per lo stampaggio di vinili
Arriva dall’Olanda un progetto green per creare il “vinile Bio”, ma che porterebbe ad un ulteriore incremento dei costi di produzione e non solo…

Con l’incredibile avvento del vinile, che ha visto uno dei formati più utilizzati e amati del passato ritornare in voga tra gli appassionati di musica, possiamo ormai ascoltare “quasi” tutta la nostra musica preferita godendoci il suono caldo della puntina tra i solchi.

Il ritorno del vinile

Quando, a cavallo tra gli anni ’80 e gli anni’90, il CD è diventato il formato di riproduzione principe, molte etichette che inizialmente possedevano i propri impianti di stampa hanno cominciato a smantellarli.

Gli ultimi anni, però, hanno visto il vinile tornare ad essere sempre più oggetto di culto tra le migliaia di appassionati e curiosi. Che si tratti di semplice moda, o di uno scenario forzato dell’industria discografica, negli ultimi tempi si propongono sempre più sul mercato cofanetti, vinili colorati ed edizioni limitate, cha hanno via via aumentato vertiginosamente il volume di produzione di questo formato in pochissimo tempo.

Un disco in vinile colorato

I problemi produttivi 

Nel 2021 il mercato del vinile ha avuto un incremento dei ricavi di più del 60%, con cifre mai viste prima. Un dato ancora più impressionante se si pensa ai costi di smateralizzazione del prodotto musicale e al relativo riutilizzo.

Questa rinascita del vinile ha però portato a due grossi punti interrogativi.

Il primo riguarda l’effettiva capacità di mantenere il ritmo degli impianti e soddisfare la domanda che supera nettamente la disponibilità produttiva degli impianti di produzione. Problematica venuta alla luce in particolar modo lo scorso anno, quando dischi come “30” di Adele hanno ‘bloccato’ gli impianti di mezzo mondo costringendo tantissimi artisti minori a ritardare la data di uscita dei propri dischi.

Problemi del genere li hanno avuti di recente anche artisti popolari come i Kasabian, ad esempio, che hanno posticipato l’uscita del nuovo album “The Alchemist’s Euphoria” per riuscire a stampare le copie dei vinili.

Il secondo problema fondamentale è quello della sostenibilità. I sistemi produttivi utilizzati per realizzare oggigiorno i tanto amati vinili sono infatti, per la gran parte, gli stessi che venivano utilizzati nei vecchi impianti degli anni ’70.

Il vinile “green”

Per realizzare i dischi in vinile, si utilizza un materiale plastico (considerato uno dei più dannosi per l’ambiente) comunemente chiamato PVC.

Come riportato dalla BBC, un’azienda olandese, ha identificato con una serie di studi un nuovo modo di stampare vinili che sarebbe molto più sostenibile per l’ambiente.

La Green Vinyl Records, con sede ad Eindhoven, ha sviluppato un macchinario che, invece di servirsi del PVC, utilizza le plastiche PET. Come spiegato dal proprietario Harm Theunisse alla BBC, la fabbrica potrebbe essere in grado di fornire un nuovo standard alla produzione dei dischi consentendo di stampare più dischi, in meno tempo e con meno danni per l’ambiente.

Gli esperti della Green Vinyl hanno passato gli ultimi sette anni a trovare nuovi modi di stampare su larga scala e sono riusciti a creare un macchinario in grado di produrre circa il 40% di dischi in più rispetto ad un impianto tradizionale utilizzando il 90% dell’energia in meno.

 

Qualità sonora dei dischi in vinile green

Se il lavoro degli olandesi sembra dare ottimi risultati, i problemi arrivano quando si parla di qualità sonora.
Al momento infatti, la resa sonora  tra dischi in PET e PVC è completamente diversa, restando a favore di questi ultimi.

L’unica soluzione è investire nella ricerca e cercare di ottenere un prodotto che possa essere qualitativamente valido e sostenibile, nonostante tutti i costi: “Penso che ci siano degli aspetti sconosciuti nella produzione e richiedono ingenti investimenti spiega Tom Vermeulen di Record Industry, azienda vicino Amsterdam e tra i primi sostenitori del progetto green.

“Non dico che non sia possibile adottare tecniche nuove come queste ma le macchine sono molto costose e dubito che le etichette si impegneranno in questo senso”, ha poi aggiunto.

I primi progetti

Qualche messaggio positivo arriva però proprio da Green Vinyl che conferma che almeno una major si è dimostrata interessata al progetto, la Warner Record, oltre ad aver già ricevuto ordini per il prossimo album di Tom Odell.

Harm Theunisse si dice convinto della sua idea di rivoluzionare come i vinili vengono stampati e sostiene di essere pronto a continuare nella ricerca per il suo sistema che, al di là degli alti costi iniziali, riuscirebbe a portare un rientro sull’investimento nel giro di un anno e mezzo.

In un mondo che deve necessariamente andare verso una direzione sostenibile non si può fare altro che augurarsi, che in futuro riusciremo a poter suonare vinili in alta qualità nel pieno rispetto dell’ambiente.

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